Tempo massimo tra compromesso e rogito: tutto ciò da sapere

Il compromesso e il rogito sono due fasi cruciali in una transazione immobiliare. Il compromesso rappresenta un accordo preliminare tra acquirente e venditore, delinea le condizioni della compravendita e stabilisce la data entro cui si completerà il rogito, ovvero l’atto notarile che ufficializza il trasferimento di proprietà. Di seguito sono analizzate le caratteristiche di queste fasi fondamentali, in cui si spiegano nello specifico il tempo massimo tra compromesso e rogito nonché le possibili conseguenze in caso di mancato rispetto degli accordi.

Cos’è un compromesso e la differenza con il rogito

Il compromesso è un contratto preliminare di compravendita stipulato tra acquirente e venditore per regolare la futura compravendita dell’immobile. Solitamente, prevede il pagamento di una caparra da parte dell’acquirente, atto che segna l’impegno all’acquisto dell’immobile. La firma del compromesso non obbliga automaticamente le parti al rogito, ma il notaio coinvolto potrebbe richiedere all’acquirente di versare un acconto sul prezzo totale, avviando così il processo burocratico.

Il compromesso può anche essere stipulato dopo l’acquisto della casa, ma deve avvenire entro 90 giorni da quest’ultima. Non c’è un tempo massimo per il rogito notarile, ma di solito si svolge circa 6 mesi dopo la firma del compromesso.

Infine, il rogito è il contratto definitivo che formalizza l’accordo e ufficializza il trasferimento di proprietà dell’immobile. Un notaio, incaricato di controllare documenti e dati catastali, verifica la regolarità dell’immobile. Nel frattempo, l’acquirente può effettuare le proprie verifiche sulla conformità degli impianti e sul rispetto delle normative necessarie per l’acquisto.

Quindi, il notaio si occupa del rogito, il contratto definitivo entro 30 giorni dalla data del compromesso, trascorsi i quali l’acquirente perde i diritti acquisiti. Se l’acquirente non rispetta questi termini, il venditore può rescindere il contratto e rivendicare la proprietà dell’immobile.

Quanto tempo può durare un compromesso?

Il lasso di tempo massimo tra la firma del compromesso e il rogito notarile può oscillare in base alle circostanze specifiche dell’operazione immobiliare e alle normative locali. In genere, questo intervallo è di circa 2-3 mesi, ma può variare. 

Con il compromesso tra acquirente e venditore si definiscono le condizioni della compravendita, inclusa la data entro cui si completerà il passaggio di proprietà, noto come rogito. Per rispettare la legge, se il contratto preliminare viene fatto autonomamente, deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate entro 20 giorni dalla firma; se invece viene stipulato con un notaio, la registrazione deve avvenire entro 30 giorni.

Cosa succede se non si rispettano le date del compromesso?

Volenti o nolenti, è possibile che si arrivi a non rispettare gli accordi delineati con il compromesso. Il mancato rispetto del compromesso immobiliare può comportare diverse conseguenze, che dipendono dalle clausole del contratto e dalle leggi locali. Ecco alcune possibili conseguenze:

  • Penali contrattuali: spesso presenti nel compromesso, le penali contrattuali prevedono pagamenti da una parte all’altra in caso di inadempimento. Servono a compensare eventuali perdite finanziarie causate dal mancato rispetto degli accordi.
  • Risarcimento dei danneggiati: la parte danneggiata potrebbe chiedere un risarcimento per coprire perdite finanziarie, ad esempio, se l’acquirente ha già effettuato pagamenti o spese in vista della transazione.
  • Obbligo di esecuzione: in alcuni casi, la parte danneggiata può richiedere il rispetto forzato del contratto da parte dell’autorità giudiziaria, obbligando l’inadempiente ad adempiere agli accordi o a risarcire i danni.
  • Risoluzione del contratto: se l’inadempimento è grave, le parti potrebbero concordare sulla risoluzione del contratto, comportando la cessazione degli obblighi contrattuali e la possibile restituzione di acconti versati.
  • Procedimenti giudiziari: in casi irrisolvibili, le parti possono ricorrere a procedimenti giudiziari. Il tribunale prenderà decisioni basate sulle leggi e sulle clausole contrattuali.

È essenziale notare che le conseguenze esatte dipendono dalle circostanze specifiche e dalle normative locali. In caso di incertezza, è consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto immobiliare durante la fase del compromesso.

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